Con una protezione adatta si riduce notevolmente il rischio di una perdita d’udito!
Oggi molte persone amano ascoltare la musica ad alto volume (specialmente se hanno già subìto una piccola inconsapevole perdita dell’udito…), e solo pochi individui percepiscono la differenza tra livelli di pressione sonora di 85 dB e 100 dB, eppure ascoltare musica ad un livello di 100 dB è molto più pericoloso che ad un livello di 85 dB, essendo il primo ben 32 volte più potente in termini di pressione sonora!
Ma attenzione: un livello di diffusione musicale di 115 dB, come si può facilmente trovare in molti clubs e discoteche, è ben 1.000 volte più potente – e altrettanto pericoloso – del normale ascolto casalingo a 85 dB!
Benché l’orecchio sia in grado di auto-proteggersi dai suoni costanti a forte pressione (come fa anche l’occhio, quando è esposto a luci fisse molto intense), è stato scientificamente dimostrato che, superati precisi limiti di tempo, questa capacità risulta insufficiente e l’eccesso di pressione sonora comincia così a raggiungere la Coclea, distruggendo irreversibilmente le sensibilissime cellule che captano i suoni e li traducono in segnali nervosi comprensibili al nostro cervello e alla nostra coscienza.
Un tipico segnale che ci avverte di aver subìto dei danni permanenti è il tinnìto, quel fastidioso ronzìo che permane anche per ore nelle nostre orecchie dopo aver sostato a lungo in ambienti molto rumorosi, come in un locale affollato o in una discoteca.
Se vi è capitato di provarlo, sappiate che il tinnìto è dovuto alla perdita funzionale definitiva di una parte delle nostre cellule cocleari (dedicate a captare frequenze sonore specifiche) che sono state, per così dire, sopraffatte dall’eccesso di pressione sonora che noi stessi gli abbiamo disgraziatamente inflitto…
Sarebbe bastato uscire dal locale ogni mezz’oretta a far riposare le nostre orecchie o, se ci troviamo in discoteca, ricorrere all’uso dei nostri tappi su misura o universali (che non pregiudicano affatto l’ascolto ritmico indispensabile per ballare, ma che riducono la pressione sonora all’orecchio interno!), per salvaguardare il nostro preziosissimo apparato uditivo.
L’accumularsi di questi danni ci porterà non solo ad una progressiva perdita dell’udito, ma si rifletterà inevitabilmente anche su altre nostre importantissime funzioni vitali, sia fisiologiche (inducendo variazioni del ritmo cardiaco, della vista, della coordinazione e del tempo di reazione) che psicologiche (rendendoci, ad esempio, inconsapevolmente più aggressivi verso gli altri…) e, in senso generale, influenzandoci negativamente.
Inoltre, l’affievolirsi della nostra percezione uditiva soggettiva ci porterà (anche qui inconsapevolmente) ad ascoltare la musica ad un volume oggettivo sempre più alto, velocizzando sempre più il progredire della nostra incipiente sordità traumatica!
La conclusione, peraltro intuitiva, di questo breve viaggio nell’udito (e non solo…), risulta a questo punto evidente: preservare e conservare la funzionalità ottimale del nostro orecchio, evitando di esporsi a forti pressioni sonore per periodi di tempo prolungati e senza le necessarie precauzioni, è fondamentale per godere di una vita personale e sociale di alta qualità.
Pertanto, vi invitiamo ad avere grande cura del vostro apparato uditivo, aggiungendo solo un’ultima considerazione: quando ci si rende conto di avere l’udito danneggiato, è già troppo tardi per rimediare…
Pensiamoci prima!
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