L’orecchio è un organo molto delicato che ci permette di sentire e che regola anche il senso dell’equilibrio.
Primavera e autunno sono stagioni pericolose per le nostre orecchie. Uno sbalzo di temperatura o il classico colpo d’aria possono provocare un raffreddamento e dolore. E poi, fastidiosi ronzii, fischi, fino a perdere temporaneamente l’udito. Ma basta anche una nuotata in acque contaminate per far comparire un’otite esterna (il cosiddetto orecchio del nuotatore). L’orecchio (soprattutto il padiglione auricolare), poi, può essere coinvolto in eventi traumatici, che possono provocare anche contusioni.
Tra i più comuni mal d’orecchio ci sono l’otite esterna e l’otite media. L’otite esterna è l’infiammazione del condotto uditivo esterno, ossia del canale che porta verso il timpano i suoni raccolti dal padiglione auricolare. I sintomi più comuni dell’otite esterna sono fastidio, prurito o dolore all’orecchio: in alcuni casi il dolore auricolare (il termine esatto è otalgia) è molto intenso e può aumentare durante la masticazione (il condotto uditivo esterno è molto vicino all’articolazione della mandibola) o quando si preme con le dita o si esercita una sollecitazione sul padiglione auricolare. L’otite media, invece, è l’infiammazione dell’orecchio medio, ossia della cavità timpanica o cassa del timpano che contiene la catena degli ossicini (martello, incudine, staffa).
Come tutte le infiammazioni, l’otite media può essere acuta, quindi manifestarsi improvvisamente per poi scomparire più o meno rapidamente senza lasciare alcun segno, ma può anche diventare cronica, con fasi alterne di minore o maggiore gravità.
Mal d’orecchio, sordità, fischi e ronzii, prurito: sono i sintomi tipici dell’otite. Ad essi possono associarsi la febbre, i brividi di freddo, la nausea, il vomito e la diarrea. L’otite è un’infiammazione dovuta a un’infezione dell’orecchio esterno o dell’orecchio medio. Un’infiammazione della gola e l’ostruzione del naso, come accade quando siamo raffreddati, può far aumentare la pressione sulla membrana del timpano, anche se non c’è un’infezione, determinando così dolore alle orecchie.
Se l’otite si ripete nel tempo (25 per cento dei casi) e se si associa ad altri sintomi come la febbre è opportuno consultare un otorinolaringoiatra, che dapprima eseguirà un semplice esame dell’udito: se questo rivela qualche anomalia proseguirà con altri accertamenti.
La diagnosi di otite esterna viene effettuata già dopo che l’esame fisico ha rilevato gonfiore e rossore dell’organo. Il canale uditivo può apparire come colpito da eczema e la palpazione dell’orecchio esterno accresce il dolore. Se l’uso di un otoscopio si rivela difficoltoso, il medico potrà raccogliere il materiale che fuoriesce dall’orecchio e farne fare una coltura per scoprire quali batteri o funghi hanno provocato l’otite.
Anche l’otite esterna, pur essendo meno preoccupante deve essere valutata dal medico, soprattutto per individuare possibili infezioni micotiche che necessitano di specifico trattamento.
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Fonte Angelini
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