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Il musicista e la sicurezza dell’udito

Affrontiamo il sottovalutato tema della protezione dell’udito per i musicisti.

Il musicista e la sicurezza dell’udito

Più della metà dei musicisti adulti soffre di un deficit uditivo e un adolescente su cinque lamenta udito debole, nonostante la giovanissima età. Tutta colpa del volume alto.

Quando si tratta di udito e di conservazione delle proprie capacità uditive a buoni livelli nessuno dovrebbe essere più attento ed interessato dei musicisti. L’udito è infatti lo strumento principale, oltre a quello che utilizziamo per esprimerci, per ascoltare ciò che stiamo facendo ed avere una percezione ritmica e tonale di ciò che stanno facendo gli altri musicisti attorno a noi. La perdita di parte o, nei casi più gravi, totale dell’udito o una sua disfunzione può causare per il musicista l’impossibilità di suonare in pubblico.

Ludwig Van Beethoven è uno degli esempi che si citano sempre quando si associa la perdita dell’udito alla musica, ma esistono altri esempi celebri. Uno dei più recenti è il chitarrista Paul Gilbert, che da qualche anno, a causa degli alti volumi a cui si è esposto per troppo tempo è costretto a suonare per lo più con delle cuffie protettive. Problema simile per Ozzy Osbourne, che da alcuni decenni lamenta ormai la perdita di parte dell’udito ed una difficoltà crescente nell’ascolto delle sorgenti a basso volume.

Giusto per dare qualche informazione generale come riferimento, da una ricerca svolta dalla Suva, la principale assicurazione svizzera per il mondo del lavoro, è stato stabilito che i giovani ascoltano musica per circa 100 minuti al giorno e che impostano un volume ragionevole intorno agli 80 decibel. Tuttavia il 7 per cento degli intervistati “ammette di ascoltare musica per un tempo eccesivo e a un volume superiore agli 85 dB(A), rischiando così di mettere in pericolo l’udito”.

Ecco i livelli di guardia con relative tempistiche di esposizione pubblicati dall’OSHA, Occupational Safety and Health Administration americana:

  • 85 dB: soglia di pericolosità per il livello di rumore
  • 95 dB: rischio di danni per esposizioni superiori a 4 ore
  • 105 dB: rischio di danni per esposizioni superiori a 1 ora
  • 115 dB: rischio di danni per esposizioni superiori a 15 minuti
  • 125-130 dB: soglia del dolore immediato e danni permanenti
  • 160 dB: danno fisico immediato e rischio di perdita dell’udito

Ma per i musicisti cosa vuole dire? Ecco una scala più facilmente comprensibile a chi suona rispetto ai soliti esempi in cui si citano cani che abbaiano, martelli pneumatici, jet in decollo e quanto di meno musicale ci sia al mondo.

  • 60 dB: un piano che suona con dinamiche ‘pp’ o ‘molto piano’
  • 65 dB: radio di sottofondo in una stanza vicina
  • 80 dB: volume normale di studio su piano o chitarra, dinamica ‘mp’ o ‘mf’
  • 85 dB: radio ad alto volume, pianoforte a dinamica forte, ‘f’
  • 90 dB: musica da camera o acustica in un piccolo spazio, dinamica ‘ff’
  • 95 dB: musica in un nightclub
  • 100 dB: pianoforte che suona fortissimo ‘fff’
  • 105 dB: cantante particolarmente potente ad 1m di distanza
  • 110 dB: orchestra sinfonica completa a pieno regime
  • 115 dB: colpo di piatti crash a 2m di distanza
  • 120 dB: rock band live con ascolto di fronte al palco
  • 125 dB: colpo di rullante rimshot a 1m di distanza
  • 130 dB: concerto dei Motorhead al Cleveland Variety Theater nel 1986
  • 136 dB: concerto dei Kiss ad Ottawa, Canada, nel 2009
  • 139 dB: record test durante il soundcheck dei Manowar al Magic Circle Fest nel 2008.

L’esposizione dell’orecchio a pressioni sonore troppo alte non solo accelera il naturale processo di invecchiamento che prevede una progressiva diminuzione di sensibilità alle alte frequenze ma può causare sensibilizzazione dell’apparato uditivo ed il classico effetto ‘buco’ che diminuisce l’udito nello specifico range di frequenze sovraeccitato.

Dunque cosa è possibile fare per proteggersi?

In una occasione normale, come un viaggio in aereo o un lavoro con la smerigliatrice sulla carrozzeria della vostra Mustang, potreste usare dei normali tappi reperibili in farmacia. Questi tappi però sono pessimi per l’ascolto critico: assorbono ed attenuano in modo poco omogeneo le frequenze, solitamente ammazzando le medio-alte e le alte.

Un consiglio, ad esempio, è quello di mantenere le distanze dagli strumenti più “rumorosi”. Nelle orchestre può essere conveniente “posizionare gli strumenti a fiato un metro al di sopra degli altri musicisti. Se ciò non è possibile, è preferibile che tutta l’orchestra si trovi allo stesso livello”.

Per chi poi suona in sale prova improvvisate si ricorda che “per attenuare la predominanza della batteria sugli altri strumenti e ottenere un miglior effetto d’insieme, è opportuno ricoprire le pareti e il soffitto del locale di prova con pannelli fonoassorbenti”.

Ma non sempre è possibile attuare questi accorgimenti.

Ecco quindi come gli otoprotettori professionali realizzati su misura rappresentano la soluzione più semplice e immediata in grado di proteggere il vostro udito attraverso dispositivi altamente efficaci e confortevoli.

Non sono semplici tappi, sono auricolari realizzati su misura percorsi al loro interno da un piccolo canale che permette il passaggio dell’aria. All’interno di questo piccolo condotto sono presenti speciali filtri che permettono un abbattimento progressivo del livello sonoro lasciando invariata la qualità del suono: disponibili filtri a bassa, media e alta protezione a seconda delle vostre esigenze.

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