Site Overlay

Effetti prodotti dall’esposizione al rumore

L’esposizione al rumore può produrre, nel tempo, dei danni più o meno gravi all’apparato uditivo, in funzione sopratutto del tempo di esposizione e dell’intensità sonora.

Effetti prodotti dall’esposizione al rumore

L’esposizione al rumore può provocare una serie di danni sulla salute. Il rumore può agire inoltre con meccanismo complesso anche su altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri), con numerose conseguenze tra le quali l’insorgenza della fatica mentale, la diminuzione dell’efficienza e del rendimento lavorativo, interferenze sul sonno e sul riposo e numerose altre.

L’esposizione dei lavoratori al rumore rappresenta certamente uno dei rischi più diffusi del mondo moderno industrializzato la cui entità è variabile a seconda della tipologia produttiva, dei reparti e delle mansioni.

In ambito lavorativo gli effetti uditivi del rumore sono di tipo diverso e sono rappresentati essenzialmente dall’ipoacusia da rumore, patologia determinata dall’esposizione ad elevate intensità di rumore.

Esaminiamo del dettaglio gli effetti prodotti dall’esposizione al rumore.

Trauma acustico

Il trauma acustico è il prodotto, molto spesso, di una singola esposizione a livelli sonori talmente elevati (ad es. un’esplosione) da produrre il collasso completo e la rottura del timpano, danni alla catena di ossicini e distruzione delle cellule ciliate, determinando quasi sempre una perdita uditiva permanente.

Spostamento temporaneo della soglia uditiva (nitts o ipoacusia transitoria)

L’ipoacusia transitoria consiste in una riduzione della capacità uditiva limitata nel tempo, determinata di solito da esposizioni brevi ad elevati livelli sonori. Dopo un certo tempo dall’esposizione, che può variare da pochi secondi ad alcuni giorni in relazione alla tipologia di esposizione, la funzione uditiva riacquista le originarie caratteristiche.

Spostamento permanente della soglia uditiva (nipts o ipoacusia permanente)

L’ipoacusia permanente, prodotta dal danneggiamento irreversibile delle cellule ciliate, si sviluppa quando è presente un’esposizione ad elevati livelli sonori continuativa nel tempo.

In una prima fase si ha la perdita della percezione delle frequenze più alte (sveglia, telefono, canto degli uccelli, ecc.), mentre rimane invariata la percezione delle frequenze più basse (ad es. la voce umana) per cui l’individuo affetto da deficit non avverte inizialmente il danno. In seguito, con il protrarsi dell’esposizione ad elevati livelli sonori, si perde anche la percezione delle frequenze più basse: in questa situazione il danneggiamento dell’apparato uditivo è irreversibile.

Altri effetti prodotti dall’esposizione al rumore

Esistono altri effetti collaterali prodotti dall’esposizione al rumore che non sono direttamente connessi con l’udito, come l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione, disturbi al sistema nervoso e neurovegetativo (vertigini ed emicrania), ecc. Inoltre, un’elevata esposizione al rumore produce la diminuzione della normale capacità lavorativa e, soprattutto, può contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro, in quanto determina una riduzione della percezione dei guasti meccanici e dei segnali di allarme, oltre che una diminuzione dell’attenzione degli operatori.

Oltre al rumore a cui si è esposti per ragioni lavorative, risulta dannoso per la salute anche quello assorbito durante la normale vita sociale e tra le mura domestiche (ipoacusie monolaterali negli sport venatori, discoteche, ecc.).

Infine, è necessario osservare che la comparsa della sordità è spesso correlata a:

  • presenza di patologie o traumi a carico dell’orecchio (otiti, nevriti, ecc.);
  • stato di salute generale del soggetto esposto;
  • età del soggetto esposto;
  • assunzione di alcuni farmaci cosiddetti “ototossici” (soprattutto alcuni antibiotici).

LE MISURE TECNICHE E ORGANIZZATIVE

Se a seguito della valutazione dei rischi risulta che i valori sono superati, il datore di lavoro elabora ed applica un programma di misure tecniche e organizzative volte a ridurre l’esposizione al rumore:

  • Adozione di altri metodi di lavoro con minore esposizione al rumore.
  • Scelta di attrezzature di lavoro adeguate, che emettano il minore rumore possibile.
  • Progettazione della struttura dei luoghi di lavoro.
  • Informazione e formazione sull’uso corretto delle attrezzature di lavoro.
  • Adozione di misure tecniche per il contenimento.
  • Opportuni programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro.
  • Riduzione del rumore mediante una migliore organizzazione del lavoro attraverso la limitazione della durata e dell’intensità dell’esposizione.

Una elevata esposizione al rumore può causare danni al nostro apparato uditivo, perciò si devono adottare protezioni antirumore ed applicare le norme in vigore. Le norme esistenti tutelano soprattutto i lavoratori, i quali sono spesso esposti a rumori di vari tipi provocati ad esempio da macchinari, impianti produttivi, motori, pompe, ecc…

Tratto dal Quaderno Informativo dell’Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione della SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

Condividi con i tuoi colleghi.