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Prevenzione e protezione dal rumore in ambito lavorativo

La protezione dal rumore è un tema centrale in termini di sicurezza. In tempi sempre più frenetici, cresce nelle persone la necessità di lavora un ambiente tranquillo

Prevenzione e protezione dal rumore in ambito lavorativo

La riduzione della capacità uditiva è il danno da rumore meglio conosciuto e più studiato; tuttavia il rumore è ancora oggi l’inquinante più diffuso negli ambienti di lavoro e per questo la protezione dal rumore è fondamentale. In Italia l’ipoacusia da rumore è la patologia professionale più frequentemente denunciata.

Il presente articolo vuol essere un primo semplice approccio al problema della prevenzione degli effetti negativi del rumore in ambito lavorativo. A tale scopo, è necessario in primo luogo comprendere la natura del suono, le sue caratteristiche, i meccanismi di propagazione e le tecniche di protezione dell’udito, cercando così, al momento opportuno, di individuare il comportamento più idoneo.

Il suono è l’effetto percepito dall’organo uditivo, della variazione di pressione impressa ad un mezzo elastico (generalmente l’aria) dall’energia meccanica prodotta da una sorgente vibrante. Tale variazione di pressione si propaga sotto forma di onde sferiche, che, per mezzo dell’aria, arrivano al nostro orecchio, il quale le converte in sensazione uditiva. Quando questa sensazione viene percepita come sgradevole e fastidiosa si parla di rumore.

È da notare che la misura dell’intensità sonora viene effettuato in scala logaritmica, un aumento di 3 dB corrisponde a un raddoppio del livello della pressione sonora, ossia dell’intensità del rumore.

In relazione all’intensità sonora, l’orecchio umano può percepire suoni a partire da variazioni della pressione sonora di 20 mPa (soglia uditiva) e può tollerare suoni molto intensi, fino a circa 200 Pa (soglia del dolore).

IL SISTEMA UDITIVO

L’orecchio è l’organo deputato alla percezione dei suoni. In particolare esso ha la funzione di trasformare l’onda sonora incidente, in impulsi elettrici che il cervello “registra” come sensazione acustica. L’orecchio è suddiviso in tre parti.

Orecchio esterno

L’orecchio esterno è composto dal padiglione auricolare e dal condotto o canale uditivo, il quale termina con la membrana timpanica. L’onda sonora, convogliata all’interno dell’orecchio dal padiglione auricolare attraverso il condotto uditivo, facendo vibrare la membrana timpanica, si trasferisce all’orecchio medio.

Orecchio medio

Al livello dell’orecchio medio, la vibrazione dell’aria prodotta dal timpano viene trasferita ai liquidi labirintici presenti nell’orecchio interno. Nell’orecchio medio, collegati con la membrana timpanica, sono individuabili alcuni ossicini: martello, incudine e staffa che, con i loro movimenti, amplificano la vibrazione e la trasmettono, così, all’orecchio interno.

Orecchio interno

L’orecchio interno caratterizzato dalla coclea, una struttura a forma di conchiglia, dotata di cellule ciliate immerse nel liquido labirintico. La vibrazione prodotta dall’orecchio medio mette in movimento il liquido e di conseguenza le cellule che, così stimolate, inviano impulsi nervosi elettrici al nervo acustico e quindi all’encefalo. Ogni cellula risponde a frequenze diverse e consente così di captare un’intera gamma di suoni, dai più gravi ai più acuti.

L’orecchio umano risulta più sensibile alle alte che alle basse frequenze. Ciò significa che, a parità di pressione sonora incidente, viene percepito “più forte” un suono acuto che un suono grave. Di tale circostanza si tiene conto, in fase di misurazione strumentale del rumore, attraverso circuiti di “pesatura” che modificano la sensibilità dello strumento di misura affinché la risposta fornita sia più simile a quella fisiologica.

Dispositivi di protezione individuale

Secondo le norme sulla protezione dal rumore e dalle vibrazioni sul posto di lavoro è obbligatorio utilizzare una protezione acustica già per un’attività quotidiana di otto ore di lavoro in un ambiente in cui il livello di esposizione al rumore sia maggiore o uguale a 85 dB.

Come ogni altro oggetto facente parte dei DPI, anche la protezione dell’udito è un oggetto d’uso da sostituire al termine di un certo periodo di tempo al fine di continuare a garantire la protezione.

Tratto dal Quaderno Informativo dell’Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione della SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

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